lunedì 28 gennaio 2008

..MOMENTI DI LETTERATURA..

Per quanto gli uomini, raccogliendosi su un breve spazio in parecchie centinaia di migliaia, si sforzassero di snaturare quel tratto di terra su cui s'accalcavano; per quanto avessero ricacciato sotto le pietre la terra, affinché nulla ci crescesse sopra, e rinettassero qualsiasi erba ne spuntasse fuori, e affumicassero tutto di carbone e petrolio, e mozzassero gli alberi, e allontanassero tutte le bestie e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l'erba, tornata a vita, saliva e verdeggiava dovunque non fosse stata sarchiata, non solo nelle aiuole dei viali, ma persino tra le lastre delle strade; e le acace, i platani, i vìscioli dilatavano le gommose, profumate foglioline, e i tigli gonfiavano le gemme, che scoppiavano; e le gracchie, i passeri, i piccioni, con quel brio che hanno a primavera, avevano già preparato i nidi, mentre le mosche ronzavano lungo i muri, riscaldandosi al sole.Allegri erano tutti: piante, e uccelli, e insetti, e bambini.

Lev Tolstoj, Resurrezione (1899)

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